TETHYSHADROS – Studi e visioni artistiche sul Tempo Profondo
Raccontare in immagini mondi scomparsi e lontani nel tempo non è da tutti. Farlo con una solida base scientifica a motivare le proprie scelte artistiche ancora meno. Come poteva apparire il Friuli Venezia Giulia di 70 milioni di anni fa? E cosa sappiamo delle creature che lo abitavano? A queste e ad altre domande altrettanto stimolanti ha cercato di dare una risposta Alberto Magri, artista e restauratore, che lo scorso luglio ha inaugurato, presso gli spazi espositivi della Biblioteca Civica di Pordenone, una mostra davvero particolare, un assaggio di un libro, edito da Libreria Al Segno, che verrà presentato il 15 dicembre presso la Biblioteca di Pordenone, che ha un protagonista eccezionale: il Tethyshadros insularis.
Si tratta di un dinosauro che ha calpestato il nostro territorio in un’epoca così remota che quasi si fatica a concepirla, un’era in cui l’intero territorio “italiano” era in realtà una specie di arcipelago simile alle Bahamas. Qui viveva, appunto, questa affascinante creatura di cui è stato rinvenuto lo scheletro pressoché intero negli anni Novanta del secolo scorso. La grande passione che Alberto Magri ha fin da bambino per la paleontologia, unita al suo talento artistico, lo ha portato a domandarsi come dovesse apparire un Tethyshadros e che aspetto potesse avere il suo habitat. Spesso condizionati da immagini stereotipate del mondo preistorico, non ci soffermiamo molto a riflettere sul fatto che ricostruire le sembianze di una creatura che nessuno ha mai visto avendo a disposizione solo il suo scheletro non è un’operazione scontata o facile.
Per questa ragione Magri ha chiesto a professionisti di discipline anche molto diverse – paleontologi, naturalisti e anche artisti, o meglio: paleoartisti – di fornire il loro contributo per tentare di aggiungere un piccolo tassello alla conoscenza di questo affascinante periodo e dei suoi abitanti. Ne è nata una ricca e proficua collaborazione che si è concretizzata in un primo volume, presto in libreria, e in questa mostra in cui, accanto alla personale e suggestiva visione di quel periodo che Magri ha elaborato tramite bozzetti, studi e dipinti, coesistono le illustrazioni di grandi paleoartisti italiani e stranieri, fotografie e contributi scientifici. Quella di Magri è quindi un’opera ambiziosa quanto meritoria, un importante contributo alla conoscenza del “Tempo Profondo” e alla divulgazione di tematiche che spesso, purtroppo, non vengono adeguatamente proposte al grande pubblico. Nelle intenzioni dell’artista vi sono infatti in programma altri approfondimenti su diversi aspetti del territorio in epoca preistorica.
Grazie alla sensibilità artistica di questi studi e visioni, unita ai dati scientifici di cui oggi disponiamo, ci è consentito vedere una creatura e il suo mondo così come probabilmente dovevano apparire.
Forse non sapremo mai com’era davvero un Tethyshadros, ma anche in questa indeterminatezza e nel sottile equilibrio tra Scienza e Arte sta tutto il fascino della paleoarte e di progetti divulgativi come questo.